Stamattina “libertà” a colazione!
Era il 1945. Quel 25 Aprile il nostro Paese avrebbe fatto i conti con il concetto di libertà. Una libertà sofferta, cercata, voluta. C”era “semplicemente” da ricostruire, da svegliarsi ogni mattina e posare mattone su mattone le speranze, i desideri e i sorrisi di ciascuno.
Il Nonno Pasticciere con qualche nota di malinconia ricorda ancora quegli anni, anni in cui ha inventato il primo plumké, mentre era prigioniero in un campo di detenzione inglese ad El Alamein. Anni in cui, tornando in Italia, diede vita a tutta la sua “dolce” attività, di cui ancora oggi gustiamo i frutti.
Ma quale fu il suo ingrediente segreto? La libertà. Sì, la libertà di sentirsi libero, di poter sperimentare, sbagliare, riprovare. Solo così si riesce a creare, solo così, senza la paura di perdere, si riesce a progettare un capolavoro. Ma cos”è davvero la libertà? Il Nonno per questa colazione ha scelto di deliziare le sue assistenti – oltre che con un plumké all”uvetta e una spremuta di passione fruit – con una novella, che gli raccontavano da bambino, una di quelle favole che si leggono tra i banchi di scuola, una di quelle favole che si capiscono sempre troppo tardi 😉
“C’era una volta un lupo molto magro ed affamato che incontrò casualmente un cane cicciottello. Dopo essersi salutati, il lupo disse al cane: «Come fai ad essere cosi bello grasso? Io, che sono molto più forte di te, sto morendo di fame». «Anche tu -rispose il cane- potresti star bene come me se solo riuscissi a trovare un padrone da servire come faccio io!». «E come?» disse il lupo. «Sorvegliando e proteggendo la sua casa giorno e notte». «Lo farei volentieri- disse il lupo- perchè non ce la faccio più a sopportare pioggia, neve e vento e a vagare senza meta per i boschi. Preferirei avere un tetto sulla testa e tanto cibo caldo senza far niente». «Allora – gli disse il cane- seguimi!».Mentre camminavano uno vicino all’altro, il lupo vide attorno al collo del cane i segni di una catena. «Cosa hai fatto al collo, amico?» gli chiese. «Niente!» rispose il cane. «Come niente? Dai raccontami, sono curioso!» Il cane, allora, iniziò il suo racconto. «Dato che sono spesso irrequieto, il mio padrone di giorno mi tiene legato per farmi stare tranquillo ariposare cosi che la notte resto sveglio a fare la guardia. Al tramonto, infatti, il padrone mi slega e posso muovermi in libertà. In cambio del mio lavoro, il padrone mi dà pane ed ossa ed i servi mi buttano gli avanzi. In questo modo la mia pancia è sempre piena senza troppi sforzi». Il lupo affascinato ed incuriosito dal racconto del cane, gli domandò: «Ma se tu hai voglia di uscire, puoi farlo?». «No!- rispose il cane- questo non mi è permesso». «Goditi pure tutto il tuo cibo e le tue comodità, amico cane -disse il lupo- io senza la mia libertà non accetterei nemmeno di essere un re!”. (Fedro)
Voi avete afferrato il concetto? Liberi di fare dei baratti, ma attenzione ai “valori” delle merci di scambio, di solito la libertà è quella più “cara” 😉
http://ninapaley.com/mimiandeunice/2010/09/21/freedom-2/
Soltanto davanti ad un plumké Pattini non siamo liberi di scegliere: va assolutamente mangiato 😀 …oh, liberi di provare 😛
Buona colazione 🙂
Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti