I giochi della tradizione italiana: la lippa


I giochi della tradizione italiana: la lippa

Stare in casa in questi ultimi tempi non è stato semplice, ma ci ha permesso di riscoprire affetti, profumi, abitudini e “tempi lenti”, che nella frenesia di tutti i giorni molto spesso dimentichiamo.

La maggior parte di noi ha tirato fuori risorse impensabili: ci siamo improvvisati cuochi, attori, giocolieri, maestri, tutto per far nascere un sorriso ai più piccoli, per donare loro leggerezza e serenità.

E così frugando nei cassetti dei ricordi e tra le foto ingiallite dal tempo, abbiamo ritrovato i punti di semina delle nostre radici, abbiamo scavato un po’ più a fondo e abbiamo riscoperto la bellezza delle nostre tradizioni, del nostro Paese.

E ci siamo promessi che, non appena potremo, torneremo a viaggiare per l’Italia in lungo e in largo, perché abbiamo tantissimi tesori ancora da scoprire: mare, montagna, città d’arte, musei, giardini, cibi, sapori, feste, giochi…una ricchezza davvero invidiabile.

Quanti di voi però sono così ferrati sulle tradizioni nostrane ad esempio in materia di giochi? Lottomatica ha fatto una bellissima infografica con i giochi divisi per regione di provenienza. Guardate qua.

Una domanda: conoscete la lippa? Forse qualcuno ne ha sentito parlare dai nonni o dai genitori. Era un gioco davvero molto famoso!

Prima regola: se volete provarci scegliete uno spazio all’aperto molto ampio, senza avere vetri da rompere nei dintorni.

Ma di preciso cos’è la lippa? Il nome ha probabilmente origini lombarde e si riferisce allo strumento usato per questo gioco, la lippa appunto, un pezzo di legno di forma cilindrica, lungo 10cm, appuntito alle estremità.

Fonte: https://www.associazionegiochiantichi.it/giochi-tradizionali/famiglia-della-lippa

La lippa non si trova in nessun negozio, va assolutamente fabbricata a mano con un coltellino e un po’ di pazienza. Oltre alla lippa serve anche una mazza di legno, lunga circa 30 cm, che può essere recuperata, ad esempio, da un manico di scopa.

Non si sa dove e come sia nata, ma sappiamo che anche nei secoli scorsi veniva giocata sia da bambini sia da adulti di ambo i sessi.

Già ai tempi della Repubblica Serenissima si conosceva questo gioco, che, per motivi di sicurezza, fu bandito, con tanto di pubblici divieti lapidei sia a Venezia sia nei territori da lei controllati.

Le prime testimonianze certe sono state ritrovate nel 2003 dal ricercatore Marco Fittà e risalgono all’XI/XII dinastia Egizia (dal 1990 a.C. al 1780 a.C) e sono custodite al “Petrie Museum of Egyptian Archaeology” di Londra. In Italia, invece, il reperto più importante, fatto risalire all’epoca medioevale, è stato scoperto negli anni ‘90 del ‘900 a Bovolone (VR) ed è custodito nella sede della Soprintendenza Archeologica per il Veneto di Verona.

La popolarità e la diffusione di questo gioco sono dimostrate da svariate citazioni in numerosi film di successo, tra cui: “Guardie e ladri”, con Totò e A. Fabrizi (Italia, 1950), “I soliti ignoti” con Totò, M. Mastroianni, V. Gassman (Italia, 1958), “Stanlio e Ollio – Nel paese delle meraviglie” (USA, 1934), “Altrimenti ci arrabbiamo” con Bud Spencer e Terence Hill (USA, 1974).

Non solo la cinematografia si è occupata del gioco della Lippa, anche la letteratura in merito è piuttosto ampia; citazioni del gioco si trovano nell’opera di Mario Rigoni Stern ,”Storie dall’Est” e in Italo Calvino nel racconto “Prima che tu dica Pronto”.

Fonte: https://www.associazionegiochiantichi.it/giochi-tradizionali/famiglia-della-lippa

Ma come si gioca? Semplice. Singoli o a squadre, il meccanismo è lo stesso.

All’inizio della partita si appoggia la lippa a terra e la si colpisce con la mazza su una delle due estremità appuntite. Se il tiro è eseguito nel modo esatto la lippa si alzerà in aria. Una volta sospesa, prima che ritorni a terra, le si darà un altro colpo al volo cercando di mandarla il più lontano possibile.

Per complicare le cose, si può aggiungere un’abilità ulteriore: non vince chi lancia la lippa più lontano di tutti, ma chi la fa cadere all’interno di un “recinto” costruito a debita distanza.
Facile no?!?

Non ci resta che costruire gli strumenti e andare in giardino a provare!

Eleonora Ciambellotti