Un mondo di giochi nell’Antico Egitto


Un mondo di giochi nell’Antico Egitto

Giocare è una cosa seria, diceva qualcuno. E lo è da sempre. Sembrerà impossibile, ma da quando l’uomo ha messo piede su questa Terra ha architettato modi e strumenti utili al suo divertimento. Giocare non è un semplice passatempo, è un’occasione per scoprire, per crescere, per formare la propria identità. E i bambini ne sanno qualcosa.

Nel gioco essi plasmano nuovi mondi, accedono a dimensioni inimmaginabili e inventano oggetti che, talvolta, sono stati capaci di fare vere e proprie rivoluzioni. E tutto questo si avvicina molto al regno del “sacro”, perché nei giochi ci sono rituali precisi e puntuali, regole ferree che, se inquinate o disattese, minano la riuscita delle sfide.

Nell’Antico Egitto lo sapevano molto bene. Tutto ciò che conosciamo dei divertimenti alla corte dei Faraoni, lo dobbiamo ai ritrovamenti effettuati nelle tombe. Sia in vita sia nell’Aldilà gli Egiziani volevano passare il tempo in allegria!

E i loro passatempi non erano poi così diversi dai nostri, soprattutto per i bambini. Per fortuna però la maggior parte delle attività ludiche si svolgeva all’aperto: passeggiate, gite in barca, nuoto, caccia, pesca, raccolta di fiori. Sapete come si diceva divertirsi? Zab Zeshou e voleva dire «percorrere gli stagni».

I compagni di gioco preferiti dai ragazzi erano gli animali domestici come si vede da molte illustrazioni di tombe. Non conoscevano giochi come il calcio o la pallavolo ma sono state ritrovate ad esempio alcune palle, fatte di legno, stoffa o cuoio, imbottite con erba, giunchi, stracci, crine o pula d’orzo, a volte dipinte di blu o rosso e riempite con dei semi, così da fare piacevoli rumori. Erano gli attrezzi di “giocolieri in erba”!

Fonte: https://www.aton-ra.com/egitto/approfondimenti-antico-egitto/42-approfondimenti-egitto-vari/261-giochi-passatempi-antico-egitto.html

Altro passatempo molto diffuso era la trottola, realizzata in legno o in argilla, talvolta era decorata con “storie” che se girate velocemente davano vita ad un vero e proprio cinema!

Tiro alla fune, salto della cavallina e corda sono ever green che si perdono ormai nella notte dei tempi e che hanno sempre affascinato e divertito i fanciulli, anche quelli egiziani.

Come strumenti ludici sono stati rinvenuti anche bambole di legno e stoffa, con braccia e gambe mobili, insieme a coccodrilli di legno con ruote e cordicella per essere trainati e un giocattolo particolare fatto da tre statuette d’avorio di danzatori pigmei che si muovevano attraverso dei fili.

I bambini erano comunque degli ottimi atleti che si dilettavano nella danza, nei lanci, nelle costruzioni col fango e in giochi di equilibrio, arrampicandosi o camminando sui tavoli. Uno dei giochi d’equilibrio da fare all’aperto era quello della Stella. Veniva eseguito da due fanciulle che facendo leva sui piedi ed effettuavano un movimento di rotazione intorno al corpo di due giovani uomini che le sostenevano per i polsi.

Fonte: https://www.aton-ra.com/egitto/approfondimenti-antico-egitto/42-approfondimenti-egitto-vari/261-giochi-passatempi-antico-egitto.html

Sappiamo inoltre che conoscevano il puzzle, il boomerang (di cui in Egitto è stato trovato il primo esemplare), i dadi (fatti anche con più di sei facce) e gli aerei giocattolo!

Ma erano i giochi da tavolo, il “pezzo forte” degli Egiziani. Ne esistevano davvero molti!

Fonte: https://marconilandia.com/il-gioco-del-serpente/

1) Gioco del Serpente. Era definito anche Mehen, dal geroglifico MHN che significa serpente arrotolato, forma che aveva la scacchiera su cui si giocava. La testa dell’animale era l’esatto centro della scacchiera e le caselle assomigliavano alle scaglie della pelle del rettile e diventavano sempre più piccole vicino alla teste del Mehen. Un antenato del gioco dell’Oca, potremmo dire! C’erano biglie bianche e rosse da far rotolare e pedine a forma di leone e leonessa da spostare, ma le regole ancora sono a noi sconosciute.

Fonte: http://www.intelligiochi.it/antichi/egitto.htm

2) Gioco dei Cani e degli Sciacalli. Conosciuto con diversi nomi: “Gioco dei trenta punti”, “Gioco dei cinquantotto fori”, “Cani e sciacalli”, o anche “Gioco della palma”. I primi due nomi derivano dal numero di fori che ogni giocatore doveva percorrere con i propri pezzi o dal totale dei fori realmente utilizzati, mentre gli altri due si riferiscono alla forma che spesso avevano i pezzi di gioco e dal disegno inciso su molti tavolieri.

Era un gioco a forma di piccolo tavolo di legno posto su quattro zampe di animale, sul lato superiore erano realizzati su due file trenta fori simmetrici su quali si mettevano dei bastoncini appuntiti di avorio, osso o bronzo decorati alle estremità con teste di sciacallo e cane. Secondo le ipotesi più accreditate, ogni giocatore muoveva i propri pezzi lungo uno dei due lati del percorso e il raggiungimento di determinati punti, evidenziati da un bordo colorato o collegati fra di loro da linee, portava a situazioni particolari.

Si potevano guadagnare o perdere turni di gioco oppure avanzare o retrocedere lungo i collegamenti. I pezzi muovevano partendo dalla parte interna del tavoliere, scendendo lungo il tronco della “palma” per poi risalire verso il “cielo”, raggiungendo l’ultimo foro, che era anche l’unico in comune fra i due percorsi. La diffusione di questo passatempo andò oltre i confini egiziani: infatti sono stati ritrovati esemplari anche in Palestina.

Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tu_joues_ou_tu_joues_pas_%3F_(exposition)_-_jeu_du_senet.jpg

3) Il Senet. Sicuramente il gioco “nazionale” dell’Antico Egitto, quello più diffuso e rappresentato, di cui però non abbiamo ancora certezza storica delle regole del gioco, benché anche in molti scritti sia stato citato. Quelle raccolte, sono supposizioni di ipotetiche strategie.

La base è una scacchiera rettangolare divisa in trenta caselle quadrate disposte su tre file parallele. Ogni giocatore lanciava dei bastoncini di legno che avevano la stessa funzione degli odierni dadi, dal risultato ottenuto potevano essere mosse le pedine che dovevano compiere l’intero percorso della scacchiera cercando di evitare alcune caselle che erano considerate “sfortunate”.

I due giocatori avevano a disposizione 7 pedine ciascuno (o bianche o nere, come nella nostra dama) e lo scopo del gioco era quello di completare le 30 caselle del percorso, suddivise in 10 caselle per 3 file, in maniera sequenziale, cioè dalla 1 alla 10, dalla 11 alla 20 ed infine dalla 21 alla 30.

Badiamo bene: il gioco del Senet rivestiva per gli Egizi anche un’importante funzione religiosa poiché il movimento delle pedine sulla tavola di gioco infatti, corrispondeva al percorso del defunto nell’Aldilà ed il successo garantiva al vincitore la rinascita dopo la morte.

All’inizio del gioco, le pedine venivano disposte in modo alternato dalla casella 1 alla 10. Per muoverle, i giocatori erano in possesso di 4 tessere con una faccia bianca ed una nera.

La combinazione delle tessere dava il risultato della mossa:
1 bianco + 3 nere = 1 punto;
2 bianchi + 2 nere = 2 punti;
3 bianchi + 1 nero = 4 punti;
4 neri = 6 punti.
In alternativa venivano più comunemente utilizzati dei bastoncini al posto delle tessere.

Le pedine venivano spostate in avanti o indietro a seconda del risultato ottenuto. Quando tutte le pedine del medesimo colore venivano a trovarsi nell’ultima fila potevano terminare, una alla volta, il percorso. Il vincitore era colui che riusciva a completare le 30 caselle della “scacchiera” con tutte le 5 pedine.

Il gioco era però reso più difficile da alcune regole:
a) se una pedina capitava su una casella già occupata doveva retrocedere alla prima posizione libera;
b) se due o tre pedine dello stesso colore si trovavano in fila non potevano essere scavalcate da quelle dell’avversario;
c) se una pedina capitava nella casella 27 contrassegnata dal geroglifico “casa dell’acqua”, essa retrocedeva sino alla casella 1 o sulla successiva casella disponibile.

Piccola curiosità: di questo gioco esisteva anche una versione “portatile”! Gli Egizi erano davvero un popolo dal fascino senza tempo, anche in materia di divertimento.

Eleonora Ciambellotti

Altra fonte oltre quelle citate:
https://www.globo.it/blog/giochi-giocattoli-antichi-egitto-egizi-antica-roma/