Il dreidel: una trottola particolare
Scoprire culture e tradizioni diverse, è da sempre l’attività preferita del Nonno Pasticciere, perché è fermamente convinto che è solo dalle differenze e dalle contaminazioni di mondi diversi che possono nascere i capolavori. Ecco il motivo per cui ha scelto di girovagare attorno al nostro Pianeta, perché il divertimento deve essere collettivo e condiviso. E ogni giorno c’è sempre qualcosa da imparare.
Infatti, imparare a divertirsi è un’avventura che non conosce interruzioni. Il Nonno Pasticciere gira proprio come una trottola…”Trottola? Qualcuno ha detto trottola!?!?” Siamo stati colti in fallo, è precisamente di una trottola che vogliamo parlavi e in particolare del dreidel, uno dei simboli ludici della tradizione ebraica.
Detto sevivon in ebraico, il dreidel (nome yiddish che deriva dalla parola “dreyen” “girare”, simile al tedesco “drehen”) è una specie di trottola a quattro facce, ciascuna contenente un carattere diverso. Il suo utilizzo risale al 175 a. C. circa, quando il re Antioco IV proibì lo studio della Torah. I Maestri trovavano ovviamente la proibizione inaccettabile, così riunivano lo stesso i bambini per insegnar loro il sacro testo. Capitava però che qualche soldato di passaggio sentisse delle voci provenienti da qualche improvvisata aula scolastica e vi facesse irruzione. Ma con sua grande sorpresa, trovava sempre dei bambini intenti a giocare a trottola, il dreidel appunto, oggetto che tenevano in tasca proprio per queste occasioni.
È il simbolo dell’Hanukkan, la festa dei Lumi che cade durante il nostro periodo natalizio, perché ancora oggi durante queste celebrazioni, i ragazzi amano intrattenersi con il dreidel. Scopo del gioco è ottenere più “gelt”, ovvero monete di cioccolato, o denaro o dolci o qualsiasi altra cosa che costituisce le fiches.
Sul dreidel ci sono quattro lettere che dipendono dalla zona in cui si vive. Fuori da Israele sono così composte: “Nun, Gimmel, Hay” e “Shin“, che significa “Lí accadde un grande miracolo”, riferendosi al miracolo dell’olio. Invece in Israele, dove è accaduto il miracolo, il dreidel ha le lettere “Nun, Gimmel, Hay,” e “Pey”, che significa “Qui accadde un grande miracolo”.
Queste le regole: all’inizio della partita, ciascun giocatore ha una quantità prefissata (solitamente 10-15) di fiches. All’inizio di ogni turno, ogni partecipante mette sul “piatto” centrale una fiche. In più, se il piatto è vuoto, o talvolta se c’è solo una fiche nel piatto, ciascun giocatore ne aggiunge una ulteriore.
A questo punto ogni giocatore fa girare il sevivon una volta durante il proprio turno:
-se si vede נ (nun), il giocatore non fa nulla
-se si vede ג (gimel), il giocatore prende tutto quello che c’è nel piatto
-se si vede ה (he), il giocatore prende metà di quello che c’è nel piatto. Se c’è un numero dispari di fiches nel piatto, il giocatore arrotonda per eccesso il numero le fiche da prendere.
-se si vede ש (shin) o פ (pe), il giocatore aggiunge una fiche al piatto (spesso si fa cantando un ritornello). In alcune versioni del gioco, devono essere messe tre fiches, rendendo il gioco più equo.
Se un giocatore termina le fiches, è dichiarato “fuori gioco”. In alternativa, può chiedere un “prestito” ad un altro giocatore.
Il Nonno Pasticciere ha deciso: muffin, crostatine e plumcake saranno queste le sue fiches…e le vostre? Buon divertimento!
Eleonora Ciambellotti