Lo hanno chiamato “Elvish Honey”, che in italiano suona come “Il miele degli Elfi”, viene prodotto in Turchia, ed è considerato il miele più costoso del mondo.
Il suo prezzo si aggira infatti attorno ai 5000 euro al kilogrammo, un prezzo veramente proibitivo, che lo rende praticamente inaccessibile a una buona fetta della popolazione e quindi appannaggio di pochi eletti abbastanza ricchi da poterselo permettere.

Questo particolare tipo di miele viene prodotto dalle api, in maniera del tutto naturale, nella valle di Saricayr, ma non in condizioni normali come ci si aspetterebbe. La sua caratteristica particolare è che questo miele non viene estratto dai normali alveari che siamo abituati a vedere, ma viene raccolto direttamente da una grotta, a quasi 2000 metri di profondità, dove le api lo producono senza alcun bisogno di altre strutture.

La grotta stessa è il motivo per il quale questo miele viene venduto ad un prezzo così alto: essa è colma di preziosi minerali che arricchiscono il nettare prodotto dalle api, donandogli delle qualità e delle caratteristiche che non potrebbero essere trovate in nessun altro miele del mondo.

La scoperta di questo miele viene normalmente attribuita ad un apicoltore turco di nome Gunay Gunduz che ben 5 anni fa, aveva notato delle api entrare e uscire dalla grotta.

Lo strano fenomeno lo ha portato ad approfondire la conoscenza della grotta stessa e così, con l’aiuto di esperti del settore, ha deciso di esplorarla fin nel profondo, arrivando a trovare la colonia di api intente a produrre il delizioso nettare proprio sulle pareti della roccia dove, nel corso della prima esplorazione, l’apicoltore ha trovato ben 18 kg di miele.

I primi kilogrammi di questo pregiato e particolare miele sono stati venduti all’asta e hanno raggiunto le cifre record: 48.000 euro per il primo e circa 20.000 per il secondo.
Secondo il suo scopritore il miele avrebbe anche importanti qualità curative che ne avrebbero fatto così lievitare il prezzo.

Noi non lo abbiamo mai provato, quindi non ne possiamo essere sicuri: sarà vero?

Andreas Marcopoli