Il ritmo contagioso della colazione a Santo Domingo
Il Nonno Pasticciere con il suo piccolo aereo si dirige verso terre lontane, tenace e curioso passeggia lungo le vie, stringe amicizie e quasi con maniacale meticolosità apre il suo taccuino e prende appunti su tradizioni e usanze lontane da quelle nostrane, ma lui sa che la diversità è ricchezza…anche in cucina.
Per una nuova colazione nel mondo il nostro mago di bontà sceglie di assaggiare le delisiose pietanze nella cosmopolita città di Santo Domingo, capitale della Repubblica Domenicana.
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I piatti locali sono deliziosi, frutto di un mix gastronomico di cucina precolombiana (degli arauchi e dei caribi) con quella africana, francese, spagnola, inglese, indù e indonesiana.
Il nostro Nonno saluta un nuovo giorno provando il “cachito” (una tazza di tè o cioccolata) accompagnato da un “pan de agua” fresco. Il caffè è all”americana in tutti i Caraibi tranne che a Santo Domingo dove è bevuto alla fine di ogni pasto, proprio come in Italia.
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I suoi amici domenicani continuano a deliziarlo con il Mangù, piatto tipico servito a colazione, si tratta di una purea saporita di Yautia o di Yuca. La yuca è uno degli alimenti più popolari nella Repubblica Dominicana, si tratta di un vegetale amidaceo dalla pianta manioca, con una corteccia a buccia, la yuca può essere consumata bollita ed è tradizionalmente condita con cipolle rosse saltate. La yautia è un altro ortaggio con radice, servita bollita come le patate o trasformata in arepitas (simili a frittelle di patate), di solito è bianca, ma c” è anche in una varietà più costosa di colore giallo. Tutte queste verdure sono spesso utilizzate in zuppe o stufati, come il piatto nazionale della Repubblica Dominicana, il sancocho, una combinazione gustosa di carni varie e verdure.Un’altra variazione è la Mazamorra, fatta con una simil zucca che da queste parti si chiama Auyama.Il Mangù si serve con cipolle rosse fritte e può essere accompagnato da formaggio fritto, uova fritte o strapazzate e salame.
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Sulle tavole dei domenicani troverete sicuramente i frutti tropicali mangiati sia per colazione che durante il giorno. Papaya, Frutto della Passione, Ananas e le dolcissime piccole Banane (Guineo). Se la stagione è quella giusta troverete qui anche il paradiso del Mango. Fra i frutti meno conosciuti: Jagua, Zapote e Tamarindo che si possono spremere o mangiare interi. Grazie a questi frutti si preparano deliziose bevande come i i batidas, frappè, di acqua, frutta, ghiaccio e zucchero; questa tradizione è molto apprezzata anche dagli occidentali residenti.
E quando si parla di Santo Domingo non si può dimenticare l’empanada domenicana, viene venduta come piccolo snack pomeridiano ma anche per fare colazione, una specie di pastella fritta con condimento interno che può variare dal semplice formaggio e prosciutto cotto ai vegetali misti, uovo o carne macinata.
Il Nonno soddisfatto di aver gustato queste pietanze, allieta le prime ore del mattino dei nostri amici domenicani, narrando la sua storia di grande pasticciere, più di 50 anni di arte culinaria e raccontando la nascita del plumcake tra le mura della sua cucina.
Gli abitanti del posto contenti del dono portato dalla lontana Italia, svelano al Nonno i dolci segreti della città domenicana. I più noti dessert sono il dulce de leche, comune a tutta l’area caraibica e all’america latina nelle sue varianti anche aromatizzate, il dulce de coco (una crema di latte e cocco, tipica della zona sud della Repubblica Dominicana) e il majarete, un dessert leggero, simile a un budino, fatto con farina di mais, latte di cocco, zucchero, cannella e vaniglia in polvere.
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Il Nonno Pasticciere sembra davvero sazio, quando comincia a sentire dei ritmi strani e non sono sicuramente quelli del suo stomaco, vista la super colazione appena fatta. Sono dei ritmi coinvolgenti che arrivano dalla strada, quasi non riesce a frenare il suo corpo. Il Nonno chiede ad un passante di svelargli il segreto di quella musica contagiosa…e con voce allegra quasi cantando, l’uomo grida : “è il merengue”? Considerato il ballo nazionale, tutti gli abitanti si scatenano dietro le sue note. Gli strumenti basici sono: la güira (strumento metallico) la tambora (fatta di pelle animale trattata al rum e diversa nei due lati, capra adulta e capra prima di partorire) e la fisarmonica.
Il Nonno sembra proprio a suo agio! Ma siamo sicuri che tra un po’ riprenderà quel piccolo aereo, perché le sue ampolle possano riempirsi di altre dolci e imperdibili curiosità….in giro per il mondo.
State ballando anche voi? E allora non fermatevi…:)
Alla prossima!
Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti