La colazione sulla via della seta
“Corri cavallo corri ti prego, fino a Samarcanda io ti guiderò, non ti fermare vola ti prego, corri come il vento che mi salverò”…sì, questo ritornello è proprio il leitmotiv della colazione di oggi, della VOGLIA di libertà del Nonno Pasticciere e delle sue avventure spensierate in giro per il mondo.
Se conoscete il titolo di questa canzone, avete già scoperto la tappa di oggi 🙂
Come descrive Marco Polo nel suo “Il Milione”, Samarcanda è una città “nobile”, misteriosa e affascinante, una città carica di storia situata lungo la “Via della seta”, la rotta commerciale che collegava l’Europa alla Cina e attraverso la quale “milioni” di passi, favole e sogni hanno preso vita.
Proprio per questa sua posizione baricentrica rispetto ai poli del commercio, Samarcanda, nel corso della sua storia lunga circa 2 700 anni fu parte dell”impero persiano, successivamente fu sotto l’influenza araba, poi timuride, uzbeka e, in epoche più moderne, fu dominata dall”impero russo e infine fu parte dell”Unione Sovietica fino al 1991.
Dal 2001 la città figura nella lista dei patrimoni dell”umanità dell”UNESCO sotto il titolo di Samarcanda – Crocevia di culture.
Difficile questa volta per il Nonno Pasticciere concentrarsi soltanto sulla cucina!Le bellezze mozzafiato di questo luogo lo distolgono un po’ dall’obiettivo…per fortuna che i profumi della cucina uzbeka sono altrettanto “calamitanti” 🙂
La cucina uzbeka ha molto da offrire al turista in cerca di nuovi e particolari sapori. Qui scoprirete davvero i sapori tipici del mondo asiatico: assai lontani da quelli che i nostri palati sono abituati a degustare!
Il piatto per eccellenza è il plov uzbek, riso speziato contornato da uva passa, piselli o mele cotogne.
A seconda della stagione in cui vi recherete su queste terre, l”Uzbekistan offre un menù “a tema”!
Durante il periodo estivo frutta, verdura e noci sono gli ingredienti immancabili delle tavole imbandite; mentre la stagione invernale vede nella frutta secca, nella carne, soprattutto di pecora, cavallo e manzo, e nelle marmellate i protagonisti delle specialità culinarie.
Tra gli altri piatti tipici di queste terre il Nonno Pasticciere ha assaggiato il leggendario kebab, carne di montone cotta alla brace, insaporita con cipolle e accompagnata con il pane.
Prelibata è poi la samsa, una torta di pasta condita con carne, cipolla o zucca, cavolo, funghi o noci e per finire il lagman, una zuppa di tagliolini insaporita con carne fritta e verdure.
Un giorno il Nonno ha trovato un bellissimo piatto fatto di chebureki, una specie di “pizze” farcite provenienti dalla Crimea, ripieni di patate, porridge (strano ma vero!), crêpes da “condire” con marmellata di cotogne, fichi, albicocche, oppure già farcite con un formaggio cremoso e zucchero. Infine non potevano mancare le arachidi zuccherate e una brioche coperta da uno strato di glassa 🙂
E per i più golosi, come il nostro mago di delizie, ecco la pahlava, dolce tipico della tradizione turca, complesso e stratificato, fatto di sottili sfoglie di pasta fillo, proprio come foglie o fogli di carta, imburrate e appoggiate in una teglia: noci tritate più o meno finemente (le quali possono essere sostituite da pistacchi), vengono sparse sui vari strati, che vengono poi cotti al forno, prima di essere imbevuti con una soluzione di zucchero e succo di limone o miele e spezie con acqua di rose.
Decisamente “leggendario” 😛
Il Nonno Pasticciere è pronto per riprendere il suo viaggio, attraverso una via “preziosa” come quella appena percorsa, una via “leggera” come la seta, quella della scoperta 🙂
Buona colazione nel mondo a tutti e non dimenticatevi di mettere nello zaino una merendina Pattìni. Quale? Qui avete l’imbarazzo della scelta!
Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti