Mukimono: l’arte giapponese di intagliare il cibo
Intagliare il cibo per creare degli oggetti spettacolari.
In questo consiste l’antica arte giapponese del mukimono, che è stata per anni tramandata dagli artigiani dell’estremo oriente di padre in figlio, e che ancora oggi stupisce i curiosi che hanno visto queste creazioni almeno una volta nella vita.
L’arte del mukimono nasce in Giappone, probabilmente durante l’ottavo secolo: in quel periodo si dice che i giapponesi intagliassero frutta e verdura per rendere grazia agli dei.
Il vero boom del mukimono si ebbe però durante il periodo Edo, che si situa, più o meno, tra l’inizio del XVII e la fine del XIX secolo.
Se all’inizio quest’arte era utilizzata per rendere grazia agli dei, col tempo il mukimono diventa un modo per rendere il cibo più piacevole, più bello e, di conseguenza, più gustoso da mangiare.
Non tutti i cibi però possono essere utilizzati per essere intagliati; se il cibo è infatti troppo molle, come alcune varietà di frutta, esso non può essere intagliato al meglio, poiché potrebbe sfaldarsi facilmente.
Tra i frutti maggiormente intagliati ci sono infatti cocomeri, mele e zucche.
Per portare a termine il loro lavoro, i maestri giapponesi non utilizzano solamente i normali coltelli da cucina a cui siamo abituati: per creare forme curve, o sottili, vengono infatti spesso utilizzati dei coltelli più piccoli, oppure con particolari forme (come quelli a forma di V) che servono per effettuare incisioni particolari.
Per maneggiare appieno la tecnica del mukimono servono molti anni di esperienza, che solo in pochi riescono ad acquisire.
Tra questi vi è sicuramente Gaku, un artista divenuto famoso per i suoi capolavori che gli hanno consentito di raggiungere moltissimi fan su Instagram.
E voi cosa ne pensate del mukimono? Vi sembra un modo utile di presentare il cibo per renderlo più appetibile oppure no?