Portogallo: la tradizione che diventa “presente”
I viaggi del Nonno Pasticciere hanno contagiato un po’ tutti. In queste feste natalizie, una delle sue assistenti ha deciso di visitare il Portogallo, alla ricerca di nuove suggestioni culinarie. Il suo racconto ha talmente appassionato il nostro mago di delizie che è come se questa avventura l’avesse vissuta lui in prima persona;)
“Mentre ci dirigevamo da Lisbona verso Nazaré, già pensavo all’emozione che avrei provato nell’ ascoltare il rumore dell’oceano, avevo voglia di libertà e di assaporare quel senso d’ infinito che solo le bellezze della natura possono offrirti. Come diceva Pessoa “Dio ci ha dato il pericolo del mare e l”abisso, ma solo come specchio del cielo” ed era proprio in questa incommensurabile meraviglia che volevo specchiarmi.
Passeggiando per le viuzze, comincio ad intravedere le vivaci gonne delle anziane signore impegnate a stendere i panni anche con il cielo grigio, il tempo è talmente incerto che puoi vedere il sole e la pioggia nell’arco di pochi minuti.
Abbandoniamo questo magnifico posto mentre l’odore del baccalà si faceva sempre più forte, così come la nostra fame!
Ma la curiosità di scoprire nuovi posti era più grande di qualsiasi languorino e dopo mezz’ora di macchina arriviamo in un piccolo borgo medioevale, dal sapore fiabesco, Obidos. Le case sono prevalentemente bianche e si distinguono per le bordature: quelle di chi cerca fortuna nel commercio sono bordate di giallo, quelle di chi cerca l’amore sono bordate di rosso, mentre quelle di chi vuole scacciare la sfortuna sono bordate di azzurro.
Assaggiare il tramonto, mi rimette in pace con la giornata appena trascorsa…
Per assecondare i nostri peccati di gola, decidiamo di fermarci in un piccolo ristorantino di Sintra, altro “patrimonio culturale” situato nel distretto di Lisbona, progettando e programmando gli spostamenti del giorno seguente.
Ma ogni avventura che si rispetti, non può iniziare senza la giusta carica!
Per colazione (café da manhã), i portoghesi scelgono sapori dolci e salati, accompagnati da una tazza di caffè, tè, cioccolata calda o meia de leite, una sorta di cappuccino con più latte.
Chi ama il “bolo” (dolce), può scegliere tra un vasto assortimento di delizie…
È proprio a Coimbra, comune portoghese famoso per la sua storica università, che ci fermiamo davanti ad una pasticceria, incantati dalla varietà di dolci proposti…
Se invece preferite una colazione salata, potrete assaggiare la torrada, una fetta di pan carré (pão de forma) un pó piú spessa del normale, tostata e successivamente insaporita con manteiga, ovvero burro, o marmellata, o accompagnata con formaggi e prosciutto.
Da buoni Italiani noi abbiamo scelto il dolce…non un dolce qualunque ma il pastel de nata, che potrete trovare in tutti i cafè di Lisbona, anche se quello “tipico”, realizzato con la ricetta segreta è ben nascosto nella storica Pasteleria de Bèlem, aperta dal 1837. Potete portare via qualche tortina in un grazioso tubo di cartoncino, o aspettare che si liberi un tavolo e godervi il locale decorato con azuelejos, tipico ornamento dell’architettura portoghese e spagnola.
Il pastel de nata è una tortina dalla sfoglia friabile farcita con una ricca crema pasticcera, a volte spolverizzata di cannella…non hanno fatto in tempo a portarle che già l’avevamo addentate…
Per accompagnare queste delizie abbiamo scelto cioccolata e cappuccino, che almeno in questo caso non ci ha fatto rimpiangere quello italiano.
Dopo il bis di dolcezze, ci incamminiamo verso la celeberrima Torre di Belém, dove abbiamo smaltito tutti gli zuccheri visto che in un minuto circa dovevamo salire un centinaio di scalini! Dobbiamo dire però che il traguardo ci ha reso la fatica sopportabile!
Ma un viaggio che si rispetti ha sempre una colonna sonora. La passione per la musica popolare mi ha spinto verso le intense note del Fado, ascoltato in uno dei tanti locali del più antico quartiere di Lisbona, Alfama. Un quartiere dove si puo” assaporare quel gusto retrò che caratterizza la capitale Portoghese e la rende speciale”.
Il Nonno Pasticciere, commosso ed ispirato da questa avventura, è pronto a rimettere le mani in pasta….per dar vita a una nuova emozione…in cucina!
E ricordate…”La vita è un libro, del quale non ha letto che una pagina sola chi non ha visto che il suo paese natìo”.
(Filippo Pananti, Avventure e osservazioni sopra le coste di Barberia, 1817)
Buon viaggio a tutti…continuate a girare per il mondo insieme alle nostre colazioni.
Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti