Supermercati senza packaging? A Berlino provano la rivoluzione
L”idea è quella di due imprenditrici che cercano di modificare il nostro modo di fare la spesa: creare un supermercato dove i prodotti non contengano marchi o brand. ma siano venduti sfusi e senza confezione. Perchè? La motivazione la danno gli stessi ideatori del progetto: cercare di eliminare gli sprechi, diminuire gli imballaggi e i rifiuti e aumentare la consapevolezza all”interno del consumatore che si può cercare di creare un mondo maggiormente sostenibile.
Alla base della rivoluzione che vogliono lanciare Sarah Wolf e Milena Glimbovski cӏ un dato: nella sola Germania ogni anno 16 milioni di tonnellate di imballaggi vengono gettati tra i rifiuti; un numero enorme.
Come potrà la gente acquistare il cibo in questo supermercato, che si chiamerà Original Unverpackt? Semplice: tutti i prodotti saranno posizionati in contenitori che potranno essere riempiti o con altri contenitori forniti direttamente dal supermercato o con semplici buste che ognuno potrà portarsi da casa.
Il progetto ancora non è partito, ma ormai ci siamo: l”iniziativa è infatti stata affidata al meccanismo del crowdfunding, cioè la ricerca di finanziamenti attraverso la Rete, con i consumatori invitati a finanziare l”impresa. Ognuno poteva (e può ancora) pagare un ammontare di denaro e ricevere in cambio qualcosa non appena il progetto partirà.
Il progetto sarebbe dovuto partire non appena raggiunta la cifra dei 45.000 euro e, al momento attuale, ne sono stati raccolti bel 59.000, quindi l”idea delle due imprenditrici si realizzerà.
Di sicuro una idea interessante per modificare le abitudini dei consumatori.
Un solo problema: e se qualcuno però si affezionasse invece ai prodotti di un determinato brand? Ormai al giorno d”oggi le aziende sono sempre più vicine ai consumatori, e spesso non è facile decidere di abbandonare un determinato prodotto di una determinata compagnia: non vedere il packaging potrebbe confondere gli appassionati di una particolare marca.
Che si possa trovare un compromesso?
Ai posteri l”ardua sentenza. 😉
Andreas Marcopoli