Un po” di albicocca a colazione è quello che ci vuole!
Anche oggi siamo pronti a “sbirciare” nella cucina del Nonno Pasticciere alla scoperta di piccoli segreti nascosti nelle sue “farciture”. Il nostro viaggio continua nel paradiso naturale dal quale il nostro Nonno di bontà trae ispirazione per le sue delizie. Oggi vi parliamo della gustosa confettura di albicocche. Nelle sue diverse escursioni in giro per il mondo il Nonno Pasticciere è sempre stato attratto dalla bellezza dell’albicocco e dal suo nutriente frutto, ideale per una colazione energetica e genuina.
L”origine dell”albicocco – Prunus armeniaca L. ( = Armeniaca vulgaris Lam.) – è triplice: cinese, centro-asiatica, iranocaucasica, tutte zone dove la specie è diffusa. In Italia si trova principalmente nelle regioni meridionali. Il suo uso fu diffuso in tutta Europa dai romani dopo la conquista dell”Armenia e da questa regione, dove era chiamata “mela d”Armenia”, ( Armeniacum malum ) prese anche il nome. La pianta delle albicocche, allo stato selvatico, può superare i 10 metri di altezza, fiorisce in primavera ed i suoi frutti, a seconda della specie, maturano da giugno fino a fine luglio.
Una leggenda racconta che in origine era solo una pianta ornamentale con bei fiori bianchi; quando l’Armenia venne invasa dai nemici fu ordinato di abbatter tutti gli alberi che non producevano frutto per ottenerne legname e questo sarebbe stato anche il destino dell’albicocco se una fanciulla non avesse pianto sotto la sua chioma per tutta la notte; al mattino sull’albero erano cresciuti dei frutti dorati: le albicocche appunto. In altre leggende viene anche indicata come il frutto proibito assaggiato da Adamo ed Eva al posto della mela. Un’altra notizia si ha dai trattati medici arabi: qui pare che venisse usata per curare il mal d’orecchi. Nella tradizione popolare inglese sognare l’albicocca porta fortuna, mentre altrove simboleggia la timidezza in amore; secondo un’altra versione se la si sogna secca preannuncia perdite e danni.
Grazie all”alto contenuto di vitamina A e vitamina C in unione con l”abbondanza di potassio e di fibre alimentari, e alla sua buona digeribilità, è senza dubbio un frutto con buone proprietà dal punto di vista nutrizionale. Per cui, in cucina, dell’albicocca non si butta via nulla! Infatti oltre al frutto in pasticceria vengono usati anche i semi, chiamati armelline (o mandorle amare), come ingrediente in sciroppi, liquori e amaretti in abbinamento alle mandorle dolci; il tutto in quantità limitate (solo come aroma) dato che contengono un derivato dell’acido cianidrico che consumato in dosi elevate sarebbe tossico.
Visti i suoi benefici il Nonno Pasticciere ha deciso di utilizzare l’albicocca per preparare la sua confettura con cui farcisce crostatine e plumké.
E voi potete assaggiare queste delizie proprio a colazione, per affrontare una nuova giornata con la carica giusta. Immaginiamo un primo pasto con plumké, crostatine e un bicchiere di latte “ambientato” in un bel parco dai tratti “orientali”…il verde degli alberi e la genuinità dei dolci Pattìni, un’accoppiata vincente. Cosa si può desiderare di più??!
Qualcuno di voi riconosce dov’è stata scattata la foto? In che città siamo? 😛
Buona colazione a tutti!
Manuela Piccioni Eleonora Ciambellotti